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sabato 2 febbraio 2008

Una storia per immagini - Il Teatro del Carretto e la sua visione

9 DIDEMBRE 07 - Il Teatro del Carretto è stato fondato nel 1983 dalla regista Maria Grazia Cipriani a Lucca (sua città natale) e dallo scenografo Graziano Gregari, due artisti dotati di grande genialità, inventiva e visionarietà. Divenuto centro di ricerca e produzione teatrale presso il Teatro del Giglio, il Teatro del Carretto si dedica ad opere di teatro ragazzi che di prettamente infantile hanno solo i riferimenti fiabeschi, ma che anzi sviluppano dimensioni mitologiche, iconografiche e linguistiche trasversali, coinvolgendo pubblici di tutte le età. Portando in scena una comunicazione che attraversa diversi piani e livelli, da quelli puramente visivi, efficaci nella loro artigianalità, a quelli più intellettuali, fatti di rimandi ad universi letterari e psichici sofisticati ed elevati. Coniugando la manualità, la matericità e l’ancestralità dell'arte dei marionettisti con quella tutta umana e fallibile degli attori in carne ed ossa. Il Teatro del Carretto crea scene oniriche e paradossali, luoghi dell’inconscio, eppur reali come reali sono le nostre visioni interiori e collettive. Che si tratti di bambini o di adulti, il loro teatro attraversa e colpisce la fantasia ed i sensi degli spettatori. Toccate le corde profonde del teatro e sfiorati gli archetipi visivi e letterari che gli sono propri, il Carretto restaura si direbbe quella funzione religiosa eppur ludica propria della scena originaria. La prima produzione è già, ed è ancora, un successo straordinario: Biancaneve è uno degli spettacoli teatrali più rappresentato all'estero (anche al prestigioso Festival d'Automne di Parigi) e conquista pubblici di tutte le età e culture. “…Una Matrigna impersonata da una vera attrice ed una microscopica Biancaneve, i nani a grandezza naturale che arrivano a sorpresa dal fondo sala per diventare piccolissimi una volta entrati nella mutevole scatola teatrale che si apre come un magico armadio dell’immaginario svelando scomparti, celando trabocchetti, rinnovando continuamente e simultaneamente l’idea di palcoscenico, facendo apparire teste, paesaggi, personaggi veri, oggetti misteriosi di grandezza spropositata: il tessuto narrativo si fa gioco scenico, attraverso il contrasto di universi che nasce dal rapporto tra attori e creature in cartapesta, personaggi veri ed oggetti smisurati o lillipuziani, verità della materia e finzione del corpo, elementarità della parola e potenza dei brani del melodramma, rivelando sottilmente la sua natura di camera dell’inconscio.” Spazio, luci, musiche, marionette ed attori, di tutte le fogge e dimensioni, concorrono a creare una partitura scenica fantastica e mutevole. Romeo e Giulietta è del 1985, e “prende forma da una sovrapposizione alla tragedia di Shakespeare dell’opera belliniana I Capuleti e i Montecchi, cui si aggiunge la mediterranea novella di Matteo Bandello, ulteriore ventaglio di colori al tessuto mitico originario. I due protagonisti, nella levità del loro incantamento si scontrano fatalmente con l’ingombrante presenza del continente adulto, ottuso, ipocrita e goffamente guerrafondaio. Un coro di personaggi minori sproporzionati sostituiscono alle arguzie dialettiche, spesso intraducibili, il frastuono e i lazzi della loro minchioneria accentuando visivamente la parte comica della vicenda in uno scenario all’apparenza di una nudità essenziale, ma che con le sue botole, i tavoli, i siparietti vuole suggerire la fertilità fantasiosa della Commedia dell’Arte (e del teatro elisabettiano) cercando di rivelarsi meccanismo capace di continuo mutamento”. Ancora una volta la fusione di tutti gli elementi e trovate sceniche genera un non luogo ed un non tempo in cui si esprime la dissacrante e vitale teatralità di attori automa e altri in carne e ossa. Iliade è un incontro con l'orizzonte omerico, “la possibilità di percepire l’eco lontana della grande giostra eroica, portatrice nel patrimonio mitico occidentale dell’aspro emergere di una umana tragicità”. La nudità della scena fa emergere con ancor più vigore e potenza uomini e dei. “In un’aria di mare, cicale e bronzi, l’attore perpetuamente in bilico tra sovrumana forza e morta carne trascinata, caricandosi di corazze e scudi assume sembianze d’eroe … e gli dei, concepiti come atroci bambini sono attori meccanici che avanzano in carri-nicchie”. Per Sogno di una notte di mezza estate il Carretto riceve il premio Ubu (1991) per la ricerca drammaturgica e visiva. Seguendo la freccia dell’Amore scagliata da cupido, si attraversano la realtà ed il sogno, l’animalità e la tragica brutalità del gioco amoroso. “L’arco che tinge tutto il mondo della commedia suggerisce la concezione dello spettacolo: metamorfosi drammatica di forme colori suoni che accompagna l’amore attraverso l’oscura zona dell’animalità e rivela la meravigliosa confusione - e separazione - tra realtà e sogno”. In coproduzione con il Mittelfest di Cividale, nel 1992 la compagnia mette in scena Metamorfosi di Kafka, cui segue Le Troiane da Euripide (1995) e Odissea, Bella e la Bestia, ed infine Pinocchio. Una giostra il loro teatro (come l’ha definito Franco Quadri), di quelle che ti terrorizzano e ti divertono insieme, un teatro essenziale perché riportato alla sua essenza, alla suo magico proprium extra-ordinario. L’inizio del 2008 vede la compagnia impegnata oltreoceano nel prestigioso teatro newyorkese La MaMa con Pinocchio e Biancaneve, spettacoli che torneranno poi in Italia da febbraio in una tournee continua. Per le date: www.teatrodelcaretto.it

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