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venerdì 8 febbraio 2008

NON E’ BELLO CIO’ CHE E’ BELLO, MA E’ BELLO CIO’ CHE PIACE, AL CERVELLO

L’Etologia Umana definisce l’Arte come un comportamento comunicativo e remunerativo. Le funzioni primarie delle diverse espressioni artistiche di tutte le società di tutte le epoche sono infatti due: trasmettere informazioni e gratificare il sistema percettivo. Sulla prima fondamentale motivazione si concentrano le scienze semiotiche e le varie semiologie. Il secondo e complesso compito di stimolazione e appagamento “sensuale” dell’arte è l’oggetto di studio di un recente ambito scientifico: la Neuroestetica. Tale disciplina si propone d’indagare i fondamenti, le ragioni neuro-biologiche dell’esperienza estetica. In ambito filosofico le domande intorno al bello, all’arte, al gusto ed al piacere generati dalle esperienze artistiche sono sorte contestualmente alle domande sull’uomo. Aristotele, Platone, Kant, Nietzche…i grandi del pensiero filosofico di tutti i tempi vi si sono soffermati. L’etologia umana dello scorso secolo, quella di Lorenz, Tinbergen, Eibl-Eibesfeldt, ha fatto emergere le costanti e le componenti universali delle espressioni artistiche, del bello per l’animale uomo. Grazie agli apporti metodologici ed alle scoperte neuroscientifiche intorno ai sensi ed alle percezioni la Neuroestetica si propone ora di delineare un quadro completo della creatività e dell’esperienza artistica, partendo dalle basi neurologiche, fisiologiche ed anatomiche del corpo umano.
Le arti visive sono il campo privilegiato della ricerca neuroestetica, ma anche in ambito musicale sono attualmente numerosi gli studi di neuromusicologia. V.S. Ramachandran ha elencato 8 principi che egli considera leggi universali della Logica dell’Arte. Le sue 8 Leggi dell’Esperienza Artistica raccolgono le principali strategie di stimolazione e gratificazione dell’apparato percettivo umano (soprattutto visivo). Il Principio del Massimo Effetto si manifesta nell’amplificazione dei tratti fondamentali dell’oggetto rappresentato; si ricorre spesso nell’arte ad un “superstimolo” in grado di stimolare una “super-risposta” (l’esagerazione grottesca delle tecniche caricaturali ne è un esempio). L’alta sensibilità della percezione umana a legami e raggruppamenti fra gli oggetti fa si che si sia portati ad apprezzare le relazioni, le continuità, le regolarità ed ad inferire ed a completare l’informazione quando interrotta (un tale principio fu l’oggetto anche della Psicologia della Ghestalt). Il gusto per le forme e per certe coerenze nella disposizione degli oggetti sarebbe dovuto a questo meccanismo. L’attività cerebrale è poi molto sensibile alle temporalità ritmiche e necessità di stimoli cadenzati per coordinarsi e “sintonizzarsi” con quella degli altri. L’isolamento di un singolo modulo e la necessità di allocare l’attenzione su di uno stimolo alla volta così come il bisogno di far emergere i contrasti sono due principi all’origine delle disposizioni spaziali figura-sfondo, dei cromatismi che mettono in risalto oggetti in opposizione ad altri. Il cervello umano è principalmente interessato al riconoscimento di regolarità o di differenze e da esso è fortemente gratificato; tutto ciò che è novità, informativo è ben accolto in quanto differenza. La simmetria rientra come principio base all’interno del gusto per la regolarità, per la sicurezza e la generalizzazione percettiva, in vista di un risparmio energetico notevole. L’adozione di un punto di vista generico ed il più vasto concetto di “generalizzazione” sono principi base a loro volta funzionali al principio d’astrazione ed a quello di metaforizzazione. La metafora e l’astrazione come modalità d’organizzazione dell’informazione hanno un forte potere di rinforzo sui processi cognitivi umani: sono economiche, concentrando in una sola immagine diversi e complessi significati, ed essenziali alla capacità umana di categorizzazione e quindi di produzione di cultura. Il cervello umano però ama anche le sfide e così la risoluzione dei problemi percettivi viene spesso inserita nelle opere d’arte come fonte di gratificazione e rinforzo per la mente.
Naturalmente la magia ed il fascino dell’arte risiedono anche e soprattutto nell’idiosincrasia, nell’unicità delle mani e dell’abilità di ogni artista. Il cuore ed il gusto estetico hanno a volte ragioni che la ragione ed i neuroscienziati non conoscono.
Per approfondimenti e diversi esempi di studi neuroestetici si faccia riferimento a Beauty and the Brain, Biological Aspects of Aesthetics, edited by I. Rentschler, B. Herzberger, D. Epstein, Birkhäuser Verlag, Basel, Boston, Berlin. Per gli studi di V. S. Ramachandran si veda il sito internet www.psy.ucsd.edu/chip/ramabio e l’articolo di V.S. Ramachandran e William Hirstein, The Science of Art, A neurological Theory of Aesthetic Experience, “Journal of Consciousness Studies”, n. 6, 1999.

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