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domenica 3 febbraio 2008

QUEI NO CHE AIUTANO A CRESCERE

3 FEBBRAIO 08 - L’avarizia è uno dei sette vizi o peccati capitali, tanto che Dante nel VII canto della Divina Commedia vede gli avari condannati per l’eternità a spingere con il petto pesanti sfere ed a scontrarsi con quelle spinte invece dai prodighi in direzione opposta, coloro che hanno sperperato in vita tutte le loro ricchezze. Una pena di contrappasso che colpisce dunque i due atteggiamenti estremi legati al denaro con un macigno che grava sulle loro coscienze. Al Teatro Pezzani lo scorso week-end l’avarizia ha assunto ben altri toni morali ed a salvarla dalla dannazione eterna ci ha pensato la commedia francese. L’Avaro, scritto da Molière nel 1667, rivisitazione della plautina Aulularia, è un vecchio burbero e talmente legato al denaro da sottomettergli sentimenti ed affetti, è un usuraio disposto a tutto pur di arricchirsi, a cui il destino ha donato però due figli spendaccioni e quel che è peggio innamorati. Arpagone, ironico ruolo che fu dello stesso drammaturgo e capocomico, è stato interpretato da un espressivo e spontaneo Carlo Croccolo, decano dello spettacolo italiano, accompagnato sul palco da un’impertinente Frosina - Cristina Caldani e da una compagnia di giovani attori. Il conflitto scenico tra poveri e ricchi, giovani ed anziani, spendaccioni e tirchi ruota per lo più intorno all’amore, o meglio alla sua monetizzazione: la dote. Equivoci, sotterfugi, confessioni e rivelazioni ingarbugliano i fili della vicenda, che come le corde annodate da un abile prestigiatore, si scioglieranno in un pacificato doppio matrimonio. Il risultato non è però all’altezza dell’ironia e della sottigliezza molieriana: la recitazione è affettata e con tempi comici in balia dei sospiri e delle risatine, la scelta meta-teatrale di rompere la quarta parete e interpellare il pubblico non è funzionale né originale ed il testo ha subito una trivializzazione che, lontana dalla ricerca o dall’aggancio con l’oggi, introduce nella vicenda spermatozoi, parolacce e giochi di parole difficili da apprezzare (pane-pene, buona-bbona). Certo Croccolo sa coinvolgere il pubblico e creare con la sala una serena empatia, ma scomodare Molière per poi lasciarlo abbandonato su un finto muretto dipinto di rosa è quanto meno un peccato, non capitale

5 commenti:

Celone ha detto...

Mi permetto di lasiare un commento sul tuo blog in due punti.
Punto 1: nonstante la rima pane e pene mi attragga la tua recensione mi convince a non prendenere in considerazione l'idea di andare a vedere questo spettacolo.
Punto B: sull'avarizia voglio copiaincollare il monologo fantastico di Gekko in Wall Street, solo per autocompiacimento:
« L'avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l'avidità è giusta, l'avidità funziona, l'avidità chiarifica, penetra e cattura l'essenza dello spirito evolutivo. L'avidità in tutte le sue forme: l'avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha impostato lo slancio in avanti di tutta l'umanità. E l'avidità, badate bene, non salverà solamente la Teldar Carta, ma anche l'altra disfunzionante società che ha nome America. »

ti saluto.
kisses

Celone ha detto...

Ah sono consapevole che avaro e avido hanno due significati diversi ma volevo copincollare lo stesso.
Probabilmente si scoprirà anche una sindrome a riguardo, sindrome del copincollo brado, le future generazioni sono fottute.

M. GIULIA GUIDUCCI ha detto...

Cele sei un genio
che si tratti di avidità avarizia avarità avidizia...
un abbraccio

M. GIULIA GUIDUCCI ha detto...

In un'Italia dello spettacolo egualmente gerontocratica e partitocratica come quella politico-amministrativa il tuo nuovo sito-blog-forum è spumeggiante,fresco e vivo come un vino novello,come il tuo spirito sempre ricolmo di vita e di intuizione nova ,pura e disposta a salire a le stelle...sufficit animus! Gabriel ARCANGELI

M. GIULIA GUIDUCCI ha detto...

è evidente che mio padre ha cercato deliziosamente di commentare ilmio blo.Il chè è molto carino, molto. però lo ha fatto da questo computer dove sono registrata io ed i lcommento è a mio nome...sembro autocelebrativa ma nn lo sono poi tanto..grazie babbino anyway.