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venerdì 8 febbraio 2008

Tête à Tête, ( uomini sull’orlo ) c’est nécessaire et fondamental

Ci sono poche, importanti, necessarie e fondamentali regole per un tête à tête ben riuscito: 1- far succedere tutto per caso, 2- godere di ciò che non si vede, 3- vivere nel totale disequilibrio. Quattro mini-appartamenti 1m X 1m, con una finestra sul cortile ed una porta sulla meraviglia, sono la scena ideale; uno sia riservato a toilette. Come in Tête à Tête, straordinaria piéce di Nouveau Cinque del Teatro Necessario, regia di Mario Gumina, andata in scena, cioè, carambolata in scena il 5, 6, 7, 8 gennaio scorsi al Teatro Europa.
Una generosa e vincente sfida alla gravità, in senso fisico e umorale, che dà piuttosto da fare anche alla nostra percezione ghestaltica del mondo. I tre personaggi si chiamano Jacopo Maria Bianchini, Leonardo Adorni e Alessandro Mori, perfettamente interpretati da 3 trentenni ancora agilissimi. Angelo Facchetti è il genius loci del focolare. Con loro sul palco gli Oggetti, che finiscono sotto, sopra ed intorno ai personaggi, come vivessero di vita propria. E probabilmente è così; ho visto valigette scappare per non affrontare la battaglia indiana che si combatte là fuori nella city.
In Tête à Tête tutto e tutti condividono la stessa incredibile capacità di essere e non essere, senza alcuna difficoltà. Nel totale disequilibrio si vive felici. E felici si assiste alla vita in bilico dei tre amici coinquilini, che a tratti sono un unico braccio, un'unica gamba e un unico largo sorriso. Ci si chiede cosa li tenga sulla terra; se tutto sia un caso o no. E’ un caso che i suonatori assomiglino incredibilmente ai loro rispettivi strumenti? E’ un caso che atterrino sempre in piedi? La stabilità è un lusso, come lo spazio. Ma lo spazio non serve quando ci sono porte, tende, sportelli, buchi che aprono mondi. Cosa farsene della stabilità quando ci si può rilassare sui piedi di un amico, dormire con le gambe di un altro, chiacchierare a testa in giù come cordiali vicini di casa?
Il Teatro Necessario si è scelto un nome semplice e adatto ad ogni gioco (non solo di parole), come lo sono i suoi componenti e come lo è la loro poetica. Improvvisando un’improvvisazione assolutamente non improvvisata, lavorando sul contrario, sulle opposizioni, sulle tensioni e sul disequilibrio, si avvicinano alla migliore tradizione della Commedia dell’Arte. Con Tête à Tête si prova il sollievo e la liberatoria sensazione della risata e dell’incredulità, della sforbiciata e della smorfia. Il che è bello ed istruttivo, diceva un tale.

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