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sabato 2 febbraio 2008

DI PRINICIPI AZZURRI SE NE VEDONO SEMPRE MENO

25 LUGLIO 07- Si è conclusa mercoledì scorso con un piacevole fuori programma la rassegna estiva di teatro ragazzi Il Giardino Racconta, una serie di spettacoli gratuiti allestiti nel Parco Ducale, organizzata da Teatro delle Briciole, Comune di Parma, Fondazione Cariparma e Grandi Giardini Italiani. Dopo aver spaziato in tutti i generi scenici, dalla musica al teatro di figura, la chiusura è stata affidata a Carlo Ottolini. Nel suggestivo tempietto d’Arcadia del giardino l’attore ha portato in scena davanti ad un raccolto e giovanissimo pubblico il suo ultimo lavoro Tre di Principesse: una narrazione in tre momenti di fiabe italiane e straniere personalmente rielaborate ed interpretate; un allestimento essenziale, intimo e dunque impegnativo, spoglio di qualunque appiglio scenico ma forte della presenza estrosa ed energica del narratore. I racconti, uno friulano ed uno pisano tratti dalle “Fiabe Italiane” di Italo Calvino ed uno turco del celebre poeta Nazim Hikmet, sono stati i punti di partenza per sviluppare tre fantasiosi, divertenti e concitati intrecci, tutti legati alle vicende nuziali di nobili fanciulle ed indigenti (ma determinati) spasimanti. Lo sposalizio è stato il pretesto per permettere all’immaginazione di girovagare, trascinando con se impossibili personaggi e situazioni incredibili, soluzioni magiche a problemi amorosi molto terreni. Tra anatre che si attaccano alle persone e galline ipnotizzate, giovani donne dai capelli d’oro e dalle abilità culinarie soprannaturali, orchi violenti, monarchi tagliatori di teste e fate travestite da mendicanti, Ottolini ha rapito l’attenzione dei bambini presenti, divertendoli ed incantandoli. Un tempo scenico serrato, una drammaturgia precisa e curata, una divertente partitura fisica: le vicende raccontate hanno la forza ancestrale della tradizione orale e l’efficacia dello studio portato avanti dall’attore, che da anni si dedica al teatro di narrazione (continue le collaborazioni con Marco Baliani), avendo come referente preferenziale l’infanzia.

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