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sabato 2 febbraio 2008

PER VOLARE CI VUOLE MOLTA PIU' FANTASIA

26 GENNAIO 08 - Più vedo spettacoli in provincia e più mi rendo conto, compiacendomene, di quanto il valore aggregante, comunitario del teatro sia ancora forte, specialmente in alcuni contesti. Venerdì sera il piccolo teatro di Ragazzola era gremito di un pubblico molto eterogeneo, senza o quasi addetti ai lavori, desideroso di passare una serata divertente e poetica; serata che ha colto uno dei sensi importanti della scena teatrale: far ridere e commuovere insieme. Icaro ed il suo coinvolgente interprete, Daniele Finzi Pasca, hanno soddisfatto tutti, grandi, piccoli e medi, riscuotendo per l’ennesima volta il successo che da quasi vent’anni sono abituati ad avere in tutto il mondo (prossima tappa Brasile). Ma questa volta il pubblico non si è limitato all’emozione in platea: uno di loro, Riccardo, prima un po’ spaventato poi comicamente collaborativo, è stato la spalla attoriale di tutta la piéce, interpretando o meglio, diventando il nuovo compagno di stanza di un malato immaginario, un po’ clown e un po’ folle. Insieme organizzano una fuga, un volo, e sperimentano tecniche balzane che celebrano il potere dell’amicizia e dell’immaginazione. In una scena ospedaliera e retrò, bianca e poetica, con l’immancabile valigia dell’attore, letti che suonano Astro del ciel, zanzariere che si annodano ovunque e un armadio a cinque dimensioni, Finzi Pasca racconta, in modo colloquiale, talvolta un po’ sciatto, di come è stato ricoverato al secondo piano, sedato e poi, dopo tre anni, portato al terzo; di come il suo amico Augusto, che lo ha da poco lasciato, gli abbia trasmesso la voglia di volare e di sperare. Pur con una drammaturgia stiracchiata, con qualche passaggio incoerente e poco funzionale, con alcune gag clownesche un po’ prive di ritmo ed originalità, Finzi Pasca è riuscito a coinvolgere la platea, parlandole in modo intimo e confidenziale. Non interpretando ma essendo il recluso che sogna di rapire la suora, scappare nel cielo e trovarsi alla pizzeria di Luigi alle 7.30 con il suo compagno. Lui, che un periodo di carcerazione per obiezione di coscienza lo ha dovuto sopportare e che come tutti i clown sa esorcizzare le paure e portare il dolore alla catarsi di una risata.

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