Cerca nel blog

venerdì 8 febbraio 2008

Un’ otra vez Cesar Brie:sguardi su un’umanità fragile

Cesar Brie torna in Italia con due produzioni del suo Teatro del los Andes, in collaborazione con Emilia Romagna Teatro. Il 7 e 8 aprile sarà con la compagnia al Teato al Parco, ore 21, con Otra vez Marcelo e Fragile. A 52 anni, più della metà passati a fare teatro in giro per il mondo (dall’Argentina alla sede dell’Odin in Danimarca, all’Italia, alla Bolivia…), Cesar Brie continua a raccontarci, con poesia e passione saldamente sudamericane, le due inscindibili dimensioni della vita umana: la forza e il coraggio adulti delle proprie idee, fino alla morte-martirio, e la fragilità, la delicatezza ingenua dei sogni e degli ideali giovanili, che ne sono la necessaria premessa, il passato adolescente. Il teatro di ricerca ancora una volta è opposizione civile, rivendicazione ed atto politico-umanitario. Ancora una volta, ma con meno fermezza, più fragilità.
Otra vez Marcelo è il “monumento scenico” che il Teatro de los Andes ha dedicato a Marcelo Quiroga Santa Cruz, intellettuale boliviano (autore de “Los deshabitados”, romanzo con cui vinse il premio Faulkner) barbaramente sequestrato, torturato e assassinato durante il colpo di stato del 1980. Marcelo fu un parlamentare che si oppose alle dittature di Barrientos e Panzer e che pagò con la vita il suo impegno politico. Dopo 26 anni il suo corpo ancora assente getta un’ombra inquietante e scabrosa sulla debole democrazia boliviana. Lo spettacolo è l’ultimo momento della trilogia “politica” del gruppo sudamericano, iniziata con “Iliade”, una meditazione sulla guerra e sull’uso della forza e proseguita con “Dentro un sole giallo”, opera dedicata alla catastrofe naturale (un terremoto) e alla corruzione che si abbatterono sulla Bolivia nel 1998. Dice Brie citando il poeta argentino Roberto Juarroz che “Pensare ad un uomo significa salvarlo”. Ed è questo bisogno di testimonianza e salvezza, riscatto e vivificazione che Brie porta in scena attraverso un montaggio intimo dei discorsi e delle parole politiche di Marcelo, delle sue conversazioni con l’adorata moglie Cristina, le sue foto, immagini di vita pubblica e privata proiettate sulla parete. Ne emerge un ritratto lucido ed appassionato di un uomo che lottò con tutte le proprie forze per la libertà del suo paese, anche grazie al sodalizio profondo con una donna che gli restò vicino nell’esilio e nelle persecuzioni.
Fragile è uno spettacolo scritto e diretto da Brie con Maria Teresa del Pero (ed il resto del gruppo). I testi sono tratti dal romanzo di Paola Masino del 1935 “Vita e morte della massaia”, che con sguardo ironico e cinico riflette sull’oppressione dei sogni e sull’assurdità delle più ricorrenti situazioni domestiche e familiari, e da brani di Boris Vian, che cinquant’anni fa diceva di non voler crepare, no, “senza sapere se il sole sia freddo, se le quattro stagioni siano poi veramente quattro.” Due autori che, ciascuno a suo modo, sono stati dei difensori dell’infanzia e dell’adolescenza: della sua dimensione immaginativa, dei suoi sogni, delle sue domande più assurde e delle sue risposte paradossali. La protagonista è Lucia, una bambina che vive in un baule per non diventare grande. Ha paura Lucia degli adulti che le stanno intorno; ha paura di diventare come loro e di “seppellire i sogni con le abitudini”. La fragilità di Lucia sta nelle sue domande, nella sua ricerca di senso in una realtà adulta e meschina. L’infanzia è la dimensione del gioco, del “come se”, della fantasia e solo gli artisti, gli amanti e quelli che restano un po’ adolescenti possono continuare a goderne, continuare a nutrirsene. Delicato e leggero, malinconico e sorridente, lo spettacolo ci ricorda come il Teatro sia un luogo salvifico e salvo, dove non si temono le emozioni, ed anzi le si affronta con lo spirito d’avventura e ricerca dei nostri anni piccolini.

Nessun commento: