TITOLO: Dora Pronobis
CON: Antonella Questa
REGIA: Virginia Martini
DRAMMATURGIA: Antonella Questa e Virginia Martini
MOVIMENTI: Antonio Bertusi
ASSISTENTE ALLA REGIA: Sabine Bordigoni
SPAZIO SCENICO: Virginia Martini, Antonio Bertusi e R. Del Prete
IN COLLABORAZIONE CON Blanca Teatro
PRODUZIONE: La Q - Prod
GRADIMENTO: 3 stelle ***
Una giornata senza una risata è una giornata sprecata. Gli Assessorati alla Cultura ed alle Pari Opportunità del Comune di Collecchio la vedono così la vita. E si direbbe la vivano così, organizzando da quattro anni Consonanza di Voci, rassegna di teatro comico al Teatro alla Corte di Giarola, in collaborazione con Progetti&Teatro. Un omaggio ai cittadini, l’opportunità di incontrare chi dell’umorismo ha fatto la propria arte scenica, una condizione esistenziale. Ad esercitare per prima il diritto ed il dovere di risata è stata la toscana Antonella Questa, con il suo riuscito, cattolicissimo alter-ego Dora Ricci. Dora Pronobis è un monologo votato alla santità, bigotto e surreale come solo certe perpetue frustrate riescono ad essere, cinico ed intelligente grazie alla riflessione affatto scontata sul ruolo delle donne nella chiesa cattolica. La tessitura drammaturgica intreccia il serio ed il faceto, il paradosso scenico con quello reale, facendo emergere la dimensione comica, la contraddizione e perciò l’umorismo che si celano dietro alcuni dogmi e canoni ecclesiastici. Principi e regole che scandiscono le vite dei fedeli, avendo una funzione di controllo sociale più che di indirizzo spirituale. La vita della giovane aspirante chirichetta Dora, i divertenti episodi della sua adolescenza, gli scontri con il parroco, il suo lavoro a Radio Pagnana Fedele, il suo amore non ricambiato per Pino, la sua vocazione al vescovato sono inframmezzati da parti delle encicliche redatte dagli ultimi due papi. Con leggerezza ed ironia, battute caustiche ma dosate. Si ride con Dora, non solo quando viene posseduta dall’Anticristo che le fa ballare la lapdance, ma soprattutto quando la beghina, immersa fino al colletto amidato nel personaggio, confessa i suoi pensieri di pseudo tolleranza o impartisce lezioni di para educazione sessuale ai suoi fedeli ascoltatori. Ed il pube (de oro) acquista nuova dignità linguistica, così come il punto g(iovani) e l’auto-erotismo come pratica sessuale da macchina. Sfruttando a pieno i timbri vocali, le inflessioni dialettali ed una capacità interpretativa notevoli, occupando con un po’ meno agilità la scena ed i suoi arredi, mantenendo un ritmo comico quasi sempre sostenuto, il lavoro sul personaggio compiuto dalla Questa ha trovato un modo efficace di colpire il sistema, dall’interno.
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