Titolo: Scalpiccii sotto i platani
Scritto, diretto e interpretato da: Elisabetta Salvatori
Musiche: Matteo Ceramelli (violino)
E con la partecipazione di: Ennio Mancini
Giudizio: **** (4 stelle)
Chi visita il piccolo paese versiliese di Sant’Anna di Stazzema ci trova un gran silenzio; non quiete, ma un’atmosfera irreale, sacrale. Salendo per la stradina tortuosa, appena arrivati s’incontra una piazza ampia, intitolata ad Anna Pardini, una dei cento bambini che il paese non ha visto crescere. Sulla collina poco più in là si erge il sacrario-ossario che i pochi abitanti superstiti hanno eretto in memoria delle vittime, devolvendo ciascuno un terzo dell’indennità di guerra ricevuta alla fine degli anni ’40. Il racconto che Elisabetta Salvatori ha tessuto intorno ad uno dei più efferati e massicci eccidi perpetrati dai nazisti contro i civili italiani inizia così, con la descrizione del luogo, delle persone di Sant’Anna: un paesucolo di montagna abbarbicato alla base delle Apuane, che durante la guerra accolse circa un migliaio di sfollati e che di battaglie ed armi non aveva ancora sentito i clamori. La Salvatori ha ricostruito nello spettacolo-narrazione “Scalpiccii sotto i platani”, ospitato dal Teatro Baratta di Medesano nell’ambito dei festeggiamenti provinciali del XXV Aprile, la tragica vicenda della strage nazista di 560 persone, componendo un toccante e luminoso affresco del paese e dei suoi abitanti, delle tradizioni, delle faccende quotidiane, dei bambini che giocano sotto i platani davanti alla chiesa…fino al funesto mattino del 12 agosto 1944, quando nulla rimase in vita a Sant’Anna, neanche un animale. Si salvarono solo quelli rimasti sotto i corpi degli altri o fuggiti prima dell’arrivo delle colonne di SS. Sulle note popolari eseguite dal vivo in scena dall’intenso e delicato violino di Matteo Ceramelli, il pubblico vede e sente Sant’Anna, incontra Aspasio, l’Irma, l’Ida, le donne, le madri, i bambini e i vecchi rimasti in paese e caduti sotto la violenza nazista una tragica mattina di agosto, con gli americani fermi a Pisa e i partigiani sui monti. Al termine dello spettacolo la testimonianza lucida, garbata, importante di Ennio Mancini, uno dei pochi superstiti, ha aggiunto al ricordo ed all’emozione l’indignazione per le vicende giudiziarie che hanno visto riconosciute le atroci responsabilità naziste e fasciste solo nel 2004. Lo spettacolo sarà a Langhirano al Teatro Aurora il 14 maggio, in matinee per le scuole ed alle 21 per il pubblico.
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