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sabato 24 maggio 2008

LA POESIA DI UNA CITTA'

“Una bella poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso quando gli si è aggiunta una bella poesia”, diceva Dylan Thomas. E Parma anche quest’anno si è data da fare perché la realtà abbia una forma il più possibile armonica, perché intorno si crei qualcosa di nuovo e piacevole, che lasci il segno, non con una ma con un intero festival di poesie. Il ParmaPoesia Festival, in città dal 18 al 24 giugno, è un evento composito in cui le arti tutte si mettono al servizio del linguaggio lirico; un momento collettivo di scoperta del bello e di cambiamento, in cui assorbire attraverso la musicalità e la figuratività delle parole nuove dimensioni possibili del reale. Per altri versi, come recita il sottotitolo della IV edizione del Festival, ponendosi come sollecitazione all’esplorazione, alla pratica di nuove prospettive, di altre strade, punti di vista. “Uscire dai luoghi canonici della diffusione culturale per offrire nuovi spazi di riflessione e di incontro con il pubblico”, in un’ottica di gratuità pressoché totale: così il Comune, l’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Creatività Giovanile e quello al Turismo si propongono di affrontare la creazione e la scelta di alternative nella fruizione dell’Arte. A compensare lo stra-dominio della visione, delle immagini, della velocità dei segni grafici; a favorire la pre-visione, l’immaginazione, l’evocatività della parola, e la loro lenta sedimentazione. Il Festival ha una forte dimensione collettiva, pervasiva, che riguarda il pubblico, certo, ma anche i creatori e gli organizzatori: Nicola Crocetti, Giuseppe Marchetti, Daniela Rossi, Teatro Festival Parma e L’Argonauta hanno infatti coinvolto nella produzione e nella realizzazione degli eventi moltissime realtà culturali cittadine, generando un meccanismo virtuoso di produzione, di stimolazione creativa. Enti, associazioni, teatri, ensamble, numerosi artisti, di tutte le leve, di Parma e non… tutti protagonisti di un generale e massiccio movimento verso il bello e verso il pubblico, dovunque si trovino. I luoghi simbolo e gli angoli nascosti della città saranno i palcoscenici da cui declamare, leggere, suonare i versi, dal Teatro Regio al Materia Off, dimostrando chiaramente quanto la poesia sia un’arte trasversale se praticata in un’ottica diffusa e inclusiva, se non arroccata nei lirismi dotti di certe letture scolastiche. Una leggerezza a cui contribuiscono piccole cornici come gli Aperitivi e l’Almanacco dei Poeti, opportunità di incontro e confronto con i protagonisti del Festival, e Poesia Altrove, un’interazione tra autori e pubblico moderata da Neri Marcorè. Più specifiche e dedicate agli appassionati, le riflessioni presentate alle Lectio Magistralis vedranno salire in cattedra gli studiosi Lorenzo Mondo (Cesare Pavese), Nicola Gardini (Ted Hughes e Sylvia Plath) e Roberta De Monticelli (Le preghiere di Ariele). Fra queste anche Che cos’è la poesia?, incontro in cui il critico e saggista Alfonso Berardinelli affronterà i pregiudizi sull’accessibilità e la comprensibilità della poesia, seguendo le idee trovate con Hans Magnus Enzensberger, altro protagonista di primo piano della poesia internazionale presente al Festival, ed esposte nel volume omonimo sottotitolato Che noia la poesia. Perché questo è il vero obbiettivo del Festival: intercettare tanto i fedeli lettori quanto quelli stressati, annoiati, demotivati, per dar loro una risposta felice a esigenze spesso tradite. Anche attraverso l’aspetto più spettacolare, performativo della dimensione poetica, con le voci e le presenze intense di attori come Gabriele Lavia, Fabrizio Gifuni, Maria Paiato, il contributo di intellettuali come Vittorio Sermonti, la ricerca di performer contemporanei come quelli di Lenz, di artisti della parola e della materia come Antonio Catalano, Gigio Brunelli, l’arte di musicisti di tutte le razze, dai La Crus a Samuele Bersani, da Morgan a Nada a Bernarndo Lanzetti. Uno dei temi centrali del Festival sarà la migrazione e con essa l’identità linguistica, a cui sarà dedicata una sezione curata da Daniela Rossi con protagoniste alcune autrici indiane e pakistane e le loro opere in lingua inglese, recentemente tradotte e raccolte in un’antologia curata da Andrea Dirotti. Uno spazio specifico anche quello riservato all’editoria poetica con il Chiostro dei Poeti nella Chiesa della SS. Annunziata: una vetrina dedicata alla pluralità della parola poetica, arricchita da incontri, performance, presentazioni e incontri. Inoltre il giorno di San Giovanni, il 23, tornerà Un libro Un fiore, in cui all’acquisto di un volume poetico in una libreria della città si riceverà un fiore, simbolo di rinascita, di primavera sempre viva della lettura. Il ParmaPoesia Festival porta avanti così, in modo capillare e coraggioso, una pratica antica e in sviluppo costante, in contaminazione perenne, in continua lotta d’esistenza; perché Leopardi, Virgilio, Pavese, Alfredo Giuliani, Mario Luzi, Attilio Bertolucci (per lui anche un evento speciale domenica 29 giugno a Casarola di Monchio) siano un patrimonio condiviso e immortale.

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